Wednesday, October 07, 2009

CENA HONDUREGNA



Domenica 18 ottobre 2009
dalle 20 in poi...
"Cena Hondureña"

A breve maggiori informazioni sulla cena!

Per info e prenotazioni
cantiere @cantiere.org
3498012538; 3471871336






L'HONDURAS IN ITALIA

A quattro mesi dal colpo di Stato, a un mese dalle fine elezioni presidenziali, dal 12 al 14 ottobre arriva nel nostro Paese una rappresentante del Frente Nacional contra el Golpe de Estado

L'Honduras non è un Paese democratico! E lo affermiamo con forza anche in Italia. Sono trascorsi tre mesi e mezzo dal 28 giugno, quando il presidente honduregno José Manuel Zelaya Rosales venne prelevato da casa sua da militari incappucciati e trasportato fuori dal territorio nazionale.

La sua colpa: aver iniziato un processo di riforme e di dialogo con i movimenti sociali, che avrebbe portato i cittadini honduregni a votare una consultazione popolare per convocare una nuova assemblea costituente. Un attacco ai privilegi di una decina di famiglie, le più ricche e conservatrici del Paese, che per questo hanno ideato e finanziato - con il sostegno dell’esercito honduregno e il tacito benestare degli Usa - il colpo di Stato del 28 giugno scorso.

Dal 21 settembre Mel Zelaya è rientrato in Honduras, costretto all'interno dell'ambasciata brasiliana, assediata dall'esercito. L'intero Paese e tutta la regione centroamericana sono così ripiombati negli anni Settanta e Ottanta, negli anni bui di tensione propria dei regimi dittatoriali che il mondo pensava ormai facessero parte del passato dell'umanità: il dittatore golpista Micheletti ha proibito “ogni riunione pubblica non autorizzata” e stretto ulteriormente il bavaglio ai mezzi d'informazione, proibendo ogni dichiarazione che vada contro “le risoluzioni del governo” o possa alterare "il rispetto della pace e l'ordine pubblico”. Negli ultimi giorni, molti oppositori politici sono stati incarcerati, alcuni manifestanti pacifici sostenitori di Zelaya sono rimasti uccisi, il governo ha chiuso Radio Globo e Canal 36, gli ultimi media indipendenti rimasti.

Tutto questo, in Italia, resta nascosto a causa del “torpore” dei corrispondenti esteri dei principali quotidiani. L'Honduras non è l'Iran, e allore non serve costruire “a tutti i costi” un'immagine negativa del dittatore di turno, favorendo la nascista di forme di solidarietà istitintiva e spontanea con il popolo honduregno.

Meglio non intervenire su un tema “delicato” di politica internazionale, mettendo così a rischio gli investimenti esteri di importanti imprese italiane come Astaldi, Goldlake (gruppo Colacem), Acea. Non a caso il fratello del golpista Micheletti siede nel direttivo della Camera di commercio italo-honduregna.

Ma l'Honduras r-esiste, e dal 12 al 14 ottobre sarà in Italia una rappresentante del Fronte nazionale contro il colpo di Stato, che riunisce tutti i cittadini honduregni democratici che dal primo giorno del golpe resistono pacificamente (con scioperi, azioni di disobbedienza civile) e manifestano per la democrazia, nonostante questa resistenza per la pace e la libertà sia già costata oltre una decina di morti, centinaia di detenzioni illegali, una grande quantità di persone picchiate, torturate e stuprate.

Betty Matamoros sará in Italia per incontrare i movimenti e le persone che sostengono la loro giusta lotta per l’autodeterminazione e democrazia dal basso. Invitiamo tutte e tutti a partecipare attivamente e a supportare le lotte dei movimenti sociali honduregni.

Promuovono:

Ass. Italia-Nicaragua, Collettivo Italia-Centro America, CS Cantiere, Selvas.org

Per informazioni e adesioni:

resistehonduras@gmail.com

http://resistehondurasita.blogspot.com/